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Storytelling prog. metal

Personaggi

Peter Light

peter Peter Light è il protagonista della vicenda, un promettente musicista americano lacerato dall’ambizione e dalla bramosia umana. Nato a Portland, nel Maine (Stati Uniti d’America), il 31 gennaio 1970, fu cresciuto nell’amore di una famiglia benestante, che gli trasmise profondi valori e gli garantì una buona istruzione. Fin da piccolo, ebbe l’opportunità di studiare musica, arte e letteratura, coltivando giorno dopo giorno un amore sempre più vivo per il pianoforte. Nel frattempo, durante la sua adolescenza, si trasferì con la famiglia in una piccola cittadina a nord, non lontana dal confine canadese, dove poté comunque continuare i suoi studi, frequentando settimanalmente le lezioni alla New England Piano Academy di Portland. Durante uno dei suoi viaggi all’accademia, Peter conobbe l’amore della sua vita, Diana.

Peter Light è un personaggio molto positivo, dotato di una sensibilità d’animo speciale, in grado di cogliere un mondo di emozioni intorno a sé. Un uomo ottimista, sensibile e generoso, che confida nella bontà delle persone e ricambia appieno l’amore che gli viene trasmesso dai suoi cari. Ma, al contempo, è anche un ambizioso pianista, diviso tra una prospettiva di vita semplice e umile, da trascorrere nella sua cittadina con Diana, e il desiderio ardente di fare carriera come rinomato musicista a livello internazionale. Sarà proprio questa incolmabile ambizione a consumare l’intera vita del protagonista, molto prima di quanto il Tempo non faccia già secondo il suo corso naturale.

La voce di Peter è chiara e pulita. Parla un inglese americano medio-colto, lievemente influenzato dalla prosodia della costa orientale. Il suo modo di parlare ne rispecchia appieno la natura positiva e sensibile, ma al contempo profondamente ambiziosa.

Con una carriera promettente che si prospetta davanti a lui e un imminente matrimonio con l’amore della sua vita, Peter Light è pronto a conoscere il brillante futuro che si erge all’orizzonte. Ma il Tempo rivelerà che la vita è breve, transitoria, e che spesso ci riserva eventi del tutto imprevedibili. Oak

Mr. Shadow

mrshadow Questo personaggio è l’alterego malvagio di Peter Light, il risultato peccaminoso della doppia natura umana. La sua voce compare inizialmente solo in maniera sporadica come personalità duale del protagonista, quale uomo diviso tra genuinità e ambizione. In seguito, Mr. Shadow emergerà come personaggio a sé, durante il periodo più vulnerabile della vita di Peter, approfittando della sua debolezza, disperazione e arrendevolezza. Prenderà quindi controllo totale su Peter, abbracciando “il rancore più oscuro” come unico motivo di vita, mentre si isola struggendosi, odiando e sopravvivendo piuttosto che vivere veramente.

Mr. Shadow è una personalità malefica, tenebrosa ed estremamente negativa, che diffida delle persone e di ogni cosa buona in questo mondo. Considera tutti i sentimenti positivi, quali fiducia, amore e solidarietà verso il prossimo, come gli aspetti umani più patetici, ricercando nell’astio e nell’odio la vera forza per vivere in questo mondo.
Lo sguardo sinistro di Mr. Shadow e la sua voce distorta sono semplicemente il riflesso dell’anima oscura e peccaminosa che si cela non solo in Peter Light, bensì in ogni uomo, quale immagine al rovescio dell’ego umano, come riflesso in uno specchio.

Khronos

khronos Nell’antica mitologia greca, Khronos era il titano del Tempo, figlio di Gea (la Terra) e Urano (il Cielo), entrambi discendenti di Caos, il dio che plasmò l’intero creato.

Nella nostra storia, Khronos è la personificazione del Tempo stesso, il dio supremo e onnipresente che veglia su tutti, vede tutto e ha controllo completo sulla Terra e sulla vita umana.

Parlando con tono autorevole e voce impostata baritonale, il suo registro linguistico è solenne. Quale rappresentazione della cultura classica, Khronos alterna periodi in lingua inglese influenzati dal latino con intere frasi in lingua latina.

La grande clessidra in legno, che tiene nella mano sinistra, rappresenta la vita umana, mentre la lunga falce affilata è lo strumento mediante cui Khronos miete ogni esistenza. Facendosi beffa della superficialità, della superbia e dell’effimerità degli esseri umani, il dio del Tempo è una personalità superiore e spietata. Considera gli uomini piccole creature insignificanti che trascorrono la loro vita cercando in tutti i modi di ergersi a dio e di lasciare disperatamente un segno nella storia. Tuttavia, quando è Tempo per Khronos di alzare la sua falce, tali esseri effimeri non possono fare altro che inchinarsi terrorizzati e accettare il fine ultimo della vita umana.

Quercia della Saggezza

Oak
Questo personaggio è un’entità astratta che rappresenta un coro unanime di saggezza, una sorta di voce interiore dell’intera umanità. Incarna infatti l’essenza di tutta la conoscenza umana (quale letteratura, poesia, musica, filosofia, arte) riguardante altresì i due fattori primi dell’esistenza: la vita e il Tempo. La Quercia della Saggezza è una sorta di narratore all’interno dell’album, che ha visione totale sulle vicende e sui personaggi; è l’unica entità, infatti, che può interagire con ciascuno di essi, come se rappresentasse la coscienza recondita degli esseri umani.

Il suo è un registro linguistico poetico e filosofico. Il contenuto dei suoi detti è aulico e rammaricante, ma realistico. Tale coro si compone di più registri vocali, dal momento che rappresenta tutta l’umanità terrena.

Non solo ha un livello di conoscenza ben più alto tra gli esseri umani: in realtà è una quercia, un albero secolare, che perciò vive molto più a lungo rispetto alle persone. Ma, dal momento che incarna l’intera cognizione umana, la Quercia della Saggezza non è eterna, esattamente come non lo sono l’arte o la saggezza terrene. È sottomessa a Khronos, il dio del Tempo, per il quale nutre timore e al contempo profondo rispetto.

Captain Hook

captainhook La cronofobia è la paura del Tempo che scorre. Alcuni dicono che nel profondo tutti gli esseri umani siano cronofobici poiché, non potendo sopportare l’idea della morte, ingannano loro stessi con l’illusione di essere eterni, specialmente in giovane età. La cronometrofobia è la paura del ticchettio degli orologi. Solo alcune persone hanno questo tipo di fobia: hanno paura di perdere Tempo nella propria vita e il suono emesso dagli orologi alimenta semplicemente tale paura.

Captain Hook è uno strano personaggio cronometrofobico, con una vera e propria repulsione verso il ticchettio degli orologi. Nacque a Palmerston (l’odierna Darwin, Australia) nel 1888, figlio di un mercenario britannico. Ben poco si sa della sua infanzia o degli eventi che causarono la sua fobia.

Vestendo in maniera bizzarra e stravagante, di giorno si muove con passo scomposto e dorme molto poco di notte. Sebbene Captain Hook abbia un carattere alquanto eccentrico, rifugge dalla società ed è un lupo solitario, sentendo in realtà di possedere una conoscenza superiore rispetto agli altri.

La paranoia di Captain Hook si manifesta attraverso le sue parole e il suo modo di parlare, anch’esso bizzarro: parla con voce rauca, alternando varie distorsioni vocali e passando da toni cantilenanti ad improvvisi e impetuosi cambi di voce, il che caratterizza la sua isteria. Non soltanto il suo tono di voce è soggetto a tali cambiamenti: il capitano, infatti, alterna brevi periodi con contorte frasi polisillabiche, trasmettendo un’impressione di disordine e follia. Tale isteria viene innescata ogni qualvolta il suo orecchio percepisce il ticchettio di un orologio: si sente la testa scoppiare e il corpo consumarsi dall’interno. Prova quindi un irrefrenabile desiderio di rompere con le sue stesse mani qualsiasi orologio che gli capiti a tiro.

Tristano

il poeta maledetto
Tristano è un poeta romantico italiano, che nacque a Firenze nel 1798. Orfano di entrambi i genitori, fu cresciuto in un orfanotrofio gestito da suore fino al compimento dei dodici anni, quando decise di fuggire e di iniziare così una vita di strada. Fin da piccolo, il ragazzo non legò mai coi suoi coetanei ed era solito trascorrere il Tempo libero scrivendo versi per conto suo. La vita non si dimostrò mai facile per il giovane poeta: tutti nell’orfanotrofio lo chiamavano con l’appellativo “Tristano”, così che dimenticò ben presto il suo nome di battesimo. Dopo la fuga, il giovane cambiò svariate mansioni nelle strade di Firenze, lavorando per diverse persone, ma nonostante ciò non fu mai in grado di trovare alcun amico. Un giorno, un ricco nobiluomo notò il suo talento, imbattendosi in uno dei suoi scritti: fogli che vagavano lentamente sul selciato, trasportati dal vento. Tristano venne assunto alla corte del nobiluomo, dove stette un paio d’anni e scrisse più di un centinaio di poesie che vennero alla fine tutte pubblicate sotto il nome del suo signore. Avendo messo da parte un piccolo gruzzoletto, una notte il poeta fuggì dalla corte e si trasferì in campagna, dove si poté permettere due ettari di terra e una piccola baracca. Da quel momento Tristano iniziò una vita di sussistenza, la vita di un poeta maledetto, lontano dalla gente e appartato dalla società.
tristano
Più che un dono, egli considera il suo talento come una vera e propria maledizione: la sua musa ispiratrice è un demone tormentatore, che risiede nella sua testa e gli sussurra ogni notte, rendendogli il sonno impossibile. L’unico modo per far cessare tali voci tormentose è di riportarle per iscritto su carta, in versi. Anche la dipendenza di Tristano all’assenzio è legata al suo demone interiore, poiché il veleno verde lo aiuta ad alleviare il mal di tasta, lasciando scorrere i pensieri sulla carta. In questo modo la vita di Tristano scorre sempre allo stesso modo tutte le notti: lavora alla sua scrivania, solo con il lume di candela che rischiara il suo foglio, la penna, il calamaio e la bottiglia d’assenzio.

Un personaggio rattristito, depresso ed introverso, nato sotto una cattiva stella, che è diventato un poeta maledetto del Romanticismo italiano, scrivendo ragionamenti astrusi sulla vita e sul Tempo. Un uomo di talento, in lotta con sé stesso ogni notte. La voce di Tristano riflette sia tristezza che tormento attraverso periodi elaborati e versi poetici in italiano letterario, arricchiti da artifizi e figure retoriche.

Clogan

l'orologiaio
clogan Nato a Caerdydd (Cardiff) nel 1564, Clogan è un orologiaio celta, che in gioventù si trasferì a Londra con l’ambizione di studiare fisica e matematica. Discende da una famiglia che ha tramandato per generazioni la “tradizione dell’orologio”, riguardante metodi e segreti per la misurazione del Tempo. Il suo clan è uno dei più antichi dell’intera isola, le cui radici risalgono probabilmente ai tempi di Stonehenge. Tale clan continua a mantenere e custodire gelosamente non solo i segreti della sua conoscenza, ma anche una serie di proprie tradizioni e usanze religiose: tra queste vi è il culto del dio Tad Amser (dal gallese “Padre Tempo”), identificabile come Khronos.

Mente brillante e giovane scienziato, Clogan è solito trascorrere le sue giornate lavorando ai suoi preziosi artefatti, la nuova invenzione del XVI secolo: gli orologi a pendolo. Ma il vero scopo di vita del giovane scienziato è di costruire un giorno “l’orologio perfetto”, quello che lui chiama Cloc Amser (dal gallese “Orologio del Tempo di una Vita”), un dispositivo speciale in grado di misurare quanto rimane da vivere ad ogni uomo. Più che un semplice sogno, egli sembra considerarlo un progetto concreto.

In effetti, Clogan è un personaggio sicuro di sé, che crede nella sua arte e la loda fieramente. Un carattere risoluto, orgoglioso delle sue origini e delle sue tradizioni. La voce di Clogan, dal tono sicuro e prominente, riflette appieno tali caratteristiche.

Riodorado

il conquistatore
riodorado Secondogenito di un’agiata famiglia aristocratica, Riodorado De La Cruz nacque a Medellin, in Estremadura (Spagna) nel 1485, e fu cresciuto secondo la dottrina cristiana nel “Secolo d’Oro” della Spagna unificata. Dopo il compimento dei 26 anni, si trasferì nel Nuovo Mondo e creò un avamposto lungo la costa nord dell’odierna Colombia, dove trascorse un paio d’anni sfruttando la terra e i nativi della zona. Durante quel periodo, Riodorado assistette al proliferare di miti e racconti leggendari tra i conquistatori che narravano di una città d’oro perduta e fonte di eterna giovinezza, che doveva trovarsi da qualche parte nella regione del Rio de la Plata. Fu così che, bramoso di fama, oro e ricchezze, Riodorado radunò una ciurma di venti uomini circa e cominciò l’avventura della sua vita alla ricerca della leggendaria Fuenteterna, la città d’oro perduta.

Madrelingua spagnolo, con voce pulita e tenace, Riodorado è un uomo avventuroso, profondamente leale al suo re e fedele a Dio. Tuttavia, egli è al contempo un efferato e spietato conquistatore che sfrutta e schiavizza gli indio del Nuovo Mondo in nome della sua corona, disposto ad annientare chiunque si rifiuti di abbracciare la religione cristiana.

Aeon

il viaggiatore del Tempo
Anno 3015. Il pianeta Terra ha esaurito le sue risorse. L’umanità si è divisa tra quelli che hanno lasciato il globo in cerca di un ambiente migliore in cui vivere, e coloro che hanno trasferito il loro imprint mentale nel cyberspazio. Questo recente traguardo scientifico è stato possibile grazie a studi secolari di neuroscienze e fisica quantistica congiuntamente a computerscienze e microtecnologie. Durante i secoli XXIX e XXX, infatti, tutte le persone che erano rimaste sul pianeta dovettero convertire per sempre i loro impulsi neuronali in dati elettronici, trasferendo così sé stessi in un’altra dimensione: il web. La vita nel cyberspazio è alquanto somigliante alla vecchia esistenza sulla Terra: la realtà virtuale è stata accuratamente ricreata in ogni dettaglio. L’unica differenza è che gli individui non invecchiano in quel luogo, poiché non sono costituiti da cellule, bensì solamente da dati. Tuttavia la morte non è ancora stata sconfitta; i virus digitali continuano ad imperversare e nessun essere vivente è in realtà eterno.
aeon
In questa realtà, Aeon (codice: WTCU.BTTLP.0098.186) è un fisico neuro-digitale, un brillante ricercatore che ha trascorso l’intera vita studiando varie tecnologie sperimentali con lo scopo di riconvertire gli impulsi digitali degli individui cyberspaziali di nuovo nella vecchia realtà terrena, o per lo meno in ciò che è rimasto del pianeta Terra. Ma, durante alcuni dei suoi esperimenti più complessi, Aeon ottenne risultati rivoluzionari, così da entrare nella storia della fisica neuro-digitale di tutti i tempi: scoprì che, con una tecnologia di questo tipo, poteva addirittura trasferirsi più volte in un qualsiasi periodo storico della civiltà umana, ossia viaggiando attraverso il Tempo materiale.

Un uomo che viene dal futuro. Un viaggiatore del Tempo, un messia, una risposta divina. Questo è ciò che molte culture terrene nella storia dell’uomo potranno riconoscere in Aeon. Tuttavia, il fatto di dare speranza, un segno, una risposta a queste culture funzionerebbe come un travestimento perfetto per il giovane fisico, che verrebbe adulato e venerato come un dio tra gli uomini.

Diana Okunarashi

(ダイアナ 奥奈良市)
Diana Okunarashi (Oku 奥 come “recondito”, Narashi 奈良市 come “equilibrio”) nacque a Quebec City, in Canada, nel 1971. Figlia di madre canadese e padre giapponese, il quale si trasferì in Canada nei primi anni Sessanta, Diana crebbe nel Québec coltivando il sogno di diventare un giorno amministratrice alberghiera e di aprire un hotel di sua proprietà. Il solo fatto di poter lavorare a stretto contatto con individui provenienti da tutto il mondo è ciò che rende il settore alberghiero così affascinante agli occhi di Diana. Tale aspetto riflette il suo carattere positivo, accogliente e sensibile, ma è anche per lei un modo di poter conoscere il mondo, pur non avendo la possibilità di viaggiare fisicamente. Fu così che frequentò l’Institut d’hôtellerie du Québec, spostandosi di tanto in tanto per stage estivi. Un giorno, mentre viaggiava su un autobus diretto a Portland (Maine) per un seminario, incontrò un giovane di bell’aspetto, intrigante e talentuoso, di nome Peter Light.

diana
Diana Okunarashi è una ragazza sveglia e intelligente, che parla inglese e francese. In quanto seconda generazione, comprende solo alcune parole di giapponese; tuttavia, ha ereditato dal padre diverse tradizioni e usanze religiose nipponiche, in particolare la filosofia dell’oku e il culto del Buddha Amida.

Una personalità positiva, umile e bilanciata, che non perde mai il controllo, sempre in grado di trasmettere alle persone vicine a lei serenità, sensibilità e senso dell’equilibrio. Questa è Diana, futura sposa di Peter Light.

The Yonder Brothers

James, Jeff e Julian Yonder sono tre piloti britannici della Royal Air Force (RAF) in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale nello squadrone numero 35, noto anche come Madras Presidency Squadron.

Yonder Sebbene portino lo stesso cognome, in realtà non sono fratelli di sangue. James C. Yonder (1918 - centro) è figlio di un ricco chirurgo di Newcastle. È secondo ufficiale di un equipaggio di 7 persone su un Avro Lancaster, il più noto bombardiere pesante della RAF durante Seconda Guerra Mondiale, usato principalmente di notte. Jeff Yonder (1921 - sinistra) è invece un contadino dell'East Anglia, figlio di un mugnaio e di una sarta. Guida il Supermarine Spitfire, un veloce aereo da caccia. Nello squadrone numero 35, Jeff agisce principalmente come “pathfinder”, un esploratore che ha il compito di individuare e segnalare i bersagli con l’ausilio di un razzo di segnalazione, al quale le principali forze bombardiere possono poi mirare, in modo da aumentare la precisione del loro bombardamento. Infine, Julian F. Yonder (1922 - destra) viene da Londra, figlio di un autista d’autobus di città. Conduce l’Hawker Hurricane, un caccia bombardiere, normalmente utilizzato per effettuare incursioni rapide su piccoli specifici bersagli. Nel suo squadrone, opera come velivolo da scorta, il cui obiettivo è appunto scortare i bombardieri verso i loro obiettivi. Indugia sopra la zona di attacco per tutta la durata del raid in modo da difendere i bombardieri, per poi rientrare assieme a loro.

Il Madras Presidency Squadron numero 35 prese parte ad una campagna militare, dal nome in codice Operazione Gomorra, il bombardamento alleato sulla città tedesca di Amburgo durante la Seconda Guerra Mondiale, che durò 8 giorni consecutivi e 7 notti. Questo attacco massiccio vide ripetersi numerose offensive alla popolazione civile e alle infrastrutture civiche, poiché Amburgo era una città industriale fondamentale al sostentamento della macchina da guerra nazista. I britannici (compresa la RCAF canadese, la RAAF australiana ed i Polish Squadrons) condussero incursioni notturne, mentre gli americani raid diurni. Ricordata anche come "l'Hiroshima della Germania", l'Operazione Gomorra costituì la più grande e potente tempesta di fuoco scagliata dagli attacchi congiunti del Bomber Command della RAF e dall’USAAF (United States Army Air Forces) durante la Seconda Guerra Mondiale, causando quasi 80.000 vittime, tra morti e feriti.

Nell'esercito, James, Jeff e Julian Yonder agiscono e si comportano come se fossero veri fratelli, restando sempre insieme nel campo di addestramento e aiutandosi a vicenda in combattimento, costantemente fianco a fianco. Ognuno ricopre un ruolo specifico durante i raid e le operazioni, in supporto complementare dei suoi fratelli: Jeff apre la strada per indirizzare gli attacchi, Julian scorta il bombardiere e James fa fuoco sul bersaglio individuato. In terre straniere ostili, così vicini alla morte ogni notte, questi tre piloti perseguono una grande causa e condividono un sentimento familiare profondo, un senso di appartenenza che chi non è mai stato in guerra non potrà mai comprendere. Sono, e saranno per sempre, fratelli d'armi.

Kayla

La ritrattista
Kayla Nata il 3 dicembre 2061, Kayla Al Zamen è una body-painter, illustratrice e ritrattista di origini medioorientali. I suoi genitori, Rashid e Fatma provengono da Dubai (EAU), prole di famiglie benestanti di imprenditori e politici, che prosperarono durante i decenni d’oro del GCC (il Consiglio di Cooperazione del Golfo). Sfortunatamente, da bambini, sia Rashid sia Fatma furono vittime della tremenda crisi dell’Oil&Gas che prese piede nel 2036, e della conseguente “Seconda Grande Depressione”, che afflisse in particolar modo l’area del Golfo durante gli anni Quaranta e Cinquanta del XXI secolo. Si sposarono nella loro terra d’origine, determinati a preservare la dignità familiare e le tradizioni dei loro predecessori, ma dopo alcuni anni di vita matrimoniale, alla fine, decisero che i loro figli meritavano maggiori possibilità e un futuro prospero. La scelta della loro nuova destinazione fu Chicago (USA), poiché i cugini di Fatma, che vivevano lì già da diversi anni, poterono garantire a Rashid un impiego con un’interessante carriera diplomatica. Avere un bambino era di certo il sogno di una vita per la giovane coppia; fin dal momento del loro arrivo negli Stati Uniti nel 2055, infatti, cercarono disperatamente di averne uno in modo naturale (pratica non di uso comune negli anni Cinquanta del XXI secolo), ma purtroppo la prima gravidanza finì tragicamente. Dopo ben sei anni, una meravigliosa bambina finalmente venne alla luce: la chiamarono Kayla, un nome che in America ha il significato di “puro”, ma la cui origine araba è “ragazza saggia”.

Kayla vive in un’era superficiale, dove la concezione dell’”arte” è stata ormai minimizzata e soffocata dalla saturazione del web con ogni genere di cosa che ambisca ad essere considerato un capolavoro. Nella seconda metà del XXI secolo, infatti, la figura dell’”artista” non viene più vista come una professione, bensì come una copertura per celare uno stato di disoccupazione o di semplice indolenza. Tuttavia, in un tale mondo artisticamente distopico ed effimero, Kayla rimane una donna determinata, con nobili valori e uno spiccato senso per l’arte e per la bellezza. Con una laurea specialistica in architettura, ricopre un lavoro part-time come illustratrice e arredatrice d’interni per edifici commerciali, ma nella maggior parte del suo Tempo pratica body-painting su sé stessa e per altri. Vi è però una cosa in particolare che lei ama fare sopra tutto; su tela o tavole in legno, Kayla è solita ritrarre a mano libera la sua stessa immagine, a volte vestita, altre volta nuda col corpo interamente dipinto. Fa della sua forma fisica, infatti, delle vere e proprie opere d’arte: ognuno dei suoi lavori dev’essere il più accurato possibile, fedele all’originale. Tale maniacale ricerca trova origine nella sua piena consapevolezza che la bellezza umana è fugace e transitoria, e non esiste per lei ispirazione artistica più fine e pura che catturare la propria fisionomia in un preciso anno, giorno o istante, sapendo bene che non sarà mai più bella di quanto lo è oggi.